L’importanza della comunicazione e della misurazione dei risultati
– A cura di Giuseppe Del Bene
Nell’interpretare il mio ruolo di Governatore, ho investito tempo nel comprendere, anzitutto, come le priorità annunciate a Orlando dal Presidente Internazionale avrebbero potuto essere pensate, sviluppate o portate avanti tra i club del nostro Distretto. Alcune priorità indicateci sono state veramente innovative: penso all’invito rivolto a tutti i Governatori del mondo di dedicare programmi sulla salute mentale, altre non solo nulla avevano di nuovo, ma si era consapevoli della difficoltà a riproporle ogni anno rappresentando quanto si era vicini al raggiungimento del risultato finale, e qui penso al sostegno al programma di eradicazione della polio. Altre priorità, in particolare, portavano con sé il rischio di apparire non tanto banali, quanto prive di un risultato concreto e immediatamente tangibile, e qui penso alla costruzione della pace positiva, costruzione che dovrebbe partire con attività rivolte a chi sarà il nostro futuro, ossia i giovani. Al di là del metodo fornitoci dal Rotary International con il suo Piano d’Azione, la consapevolezza della difficoltà nel rendere efficace la propria azione di indirizzo sul territorio ha indotto a considerare decisivi l’attenzione alla comunicazione e alla misurazione dei risultati. Tanto meglio faremo service, e tanto meglio sapremo comunicarlo, tanto più il Rotary aumenterà il proprio potenziale attrattivo verso nuovi soci, e conseguentemente potrà incrementare la contribuzione alla fondazione del Rotary International. Sulla base di questi presupposti, abbiamo percorso un anno caratterizzato da service organizzati a livello distrettuale, iniziative di supporto a progetti di singoli club o di loro gruppi, attività di formazione sulla comunicazione, una costante cura e conforto dell’effettivo, vero capitale (umano) del nostro sodalizio. Vorrei quindi proseguire con un racconto cronologico di quegli eventi che hanno rappresentato tappe importanti e significative a livello distrettuale, per poi affidarmi a un pensiero conclusivo. Questo, in ogni caso, non per sminuire l’importanza di eventi quali l’Institute di Roma, le celebrazioni del Centenario del Rotary a Milano e il Congresso Internazionale a Singapore, ma per rappresentare sforzi e risultati ottenuti con l’aiuto di una squadra di persone veramente in gamba, che hanno saputo fare la differenza, e senza le quali nulla di tutto questo si sarebbe potuto realizzare. Il 1° luglio ha avuto luogo all’autodromo di Monza il Campionato Mondiale dei Ciclisti rotariani organizzato dal nostro Distretto, al quale oltre 80 corridori arrivati da 9 nazioni europee hanno gareggiato nel prestigioso tracciato, consentendo, con tale evento, un significativo contributo al fondo di eradicazione della polio. A ottobre abbiamo organizzato la Giornata della Leadership, un seminario che ha avuto un format rivelatosi di grande interesse e successo: tre stili di leadership a confronto, in azienda, nello sport e in ambito religioso, con relatori che hanno entusiasmato e ispirato tutti i partecipanti. Nel mese di febbraio il nostro Distretto ha organizzato, in occasione dell’anniversario del Rotary, un concerto sulle note della musica classica e del jazz, due stili apparentemente incompatibili, che per l’occasione si sono piacevolmente amalgamati, dedicandosi la musica classica a ispirare parole sulla pace, e il jazz a rappresentare un percorso cronologico che illustrasse due storie parallele: quella del jazz e quella del Rotary. Nel mese di aprile il Gruppo di Azione Distrettuale sulla salute mentale ha organizzato un importante congresso sul tema del disagio giovanile e sugli effetti sulla salute mentale, congresso preceduto da tre seminari online e seguito da un approfondimento sulla comunicazione e la gestione dei conflitti. Il congresso è stato tenuto da quattro importanti psichiatri, e in tale occasione è stato avviato un percorso di interlocuzione con istituzioni pubbliche, scolastiche e sanitarie. Il bilancio di questo Anno Rotariano, per concludere, è stato intenso, faticoso ma veramente appagante. In cuor mio sono tante le cose che avrei voluto fare oltre quello che ho descritto, ma ritengo che il punto di forza del Rotary sia la rotazione, l’avvicendarsi delle persone nei vari ruoli, e un Rotary presidiato negli anni dalle stesse persone ritengo sarebbe un pessimo sodalizio: una delle espressioni più significative della leadership è infatti saper lasciare il timone in mano a chi ti succederà. Buon Rotary a tutte e tutti!
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