L’erosione delle coste pugliesi e l’impegno del Rotary
– A cura di Angelo di Summa
Il litorale arretra, la falesia crolla, strade costiere diventano impercorribili, antiche presenze monumentali scompaiono: così alcuni tratti fra i più affascinanti della costa pugliese, soprattutto nel tratto adriatico brindisino, mandano agli uomini di buona volontà segnali inequivocabili di grave vulnerabilità. L’allarme, via via aggravatosi negli ultimi anni, in tutti i suoi riflessi non solo ambientali ma anche economici e culturali, non poteva trovare insensibili i rotariani. Al tema dell’erosione delle coste pugliesi ha dedicato un convegno il Progetto Trulli-Mare, che da 37 anni mette insieme in reciproca collaborazione undici Club rotariani (Brindisi, Brindisi Appia Antica, Brindisi Valesio, Fasano, Grottaglie, Manduria, Massafra, Monopoli, Ostuni, Putignano, Bari Alto) in un lavoro di indagine e proposta per la tutela e lo sviluppo territoriale di una vasta zona centrale della Puglia estesa tra l’Adriatico e lo Ionio. Di più, il progetto, coordinato dal PDG Gianni Lanzilotti, come delegato del Governatore Gianvito Giannelli, ha deciso di adottare il tema per un intero anno di ricerca, moltiplicando presso i club aderenti gli appuntamenti di studio e approfondimento attraverso il contributo di esperti, studiosi e responsabili istituzionali.
Il convegno, svoltosi lo scorso 24 settembre presso l’Hotel Masseria Santa Lucia in territorio di Ostuni, è stato aperto dal Presidente di turno del progetto, Fabio Cavallone, Presidente del RC Bari Alto-Terra dei Peuceti, e ha visto la partecipazione di autorità rotariane, rappresentanti di Enti Locali e numerosi soci. Come punto di partenza dell’anno di ricerca, l’appuntamento ostunese ha dato coscienza non solo della gravità, ma anche della complessità di un fenomeno che ha cause complesse, compresi quei fattori naturali che rendono le coste di per sé elementi dinamici anche per effetto delle avversità atmosferiche, ma che tendono certamente ad aggravarsi per l’incuria degli uomini o, peggio, per l’effetto di sciagurati interventi antropici di cementificazione o di sbancamento delle dune costiere per allargare a fini di profitto gli arenili e altro. L’accurata rilevazione fotografica di Mario Capriotti, tratta dal suo libro Sedimenti – Erosione della costa, ha offerto, tra arte e scienza, il drammatico quadro visivo della situazione. Certamente molteplici sono i danni, non solo ambientali, ma anche economici (parliamo di aree interessate da forti correnti turistiche anche internazionali) e culturali (pensiamo al rischio di perdita, per crollo o sommersione, di un grande patrimonio di conoscenza: torri costiere o antichi insediamenti paleolitici).
E se è vero, come ha dimostrato il Prof. Giacomo Carito, nella sua dotta relazione sul tema “L’erosione della costa dall’età antica alla moderna”, che il processo viene da molto lontano (in tutto il Mediterraneo antiche città portuali o parti significative di esse sono oggi sott’acqua), è pure vero che oggi, con le tecnologie attuali, non ci si possa rassegnare passivamente alla irreversibilità della situazione. Certo, la ricerca non è in grado allo stato di offrire soluzioni definitive, anche se alcuni interventi sperimentali stanno offrendo risultati molto interessanti. Certamente, contando sul futuro della ricerca, molto si può fare fin da oggi sul piano della lotta allo sfruttamento irrazionale delle coste e su quello della sensibilizzazione della popolazione. Fondamentale rimane l’impegno degli Enti Locali e proprio a questo tema ha dedicato la sua riflessione il Dott. Giovanni Melchiorre che si è soffermato su “La vulnerabilità del sistema costiero. Il ruolo e la possibile funzione strategica degli Enti Locali”. Su questo aspetto è pure intervenuta una denuncia, del resto anticipata dal PDG Lanzilotti: dal 2006 la Regione Puglia si è dotata di una legge per la pianificazione regionale delle coste, che, tra l’altro, richiedeva al Comuni interessati di occuparsi del problema nei propri strumenti urbanistici, dando vita a veri e propri Piani Comunali delle Coste. Purtroppo, solo pochissimi Comuni si sono dotati di questi strumenti di pianificazione territoriale, lasciando le loro fasce costiere al di fuori di ogni intervento e alla mercé di interventi di precarizzazione. Da qui, a parere del PDG Lanzilotti, un nuovo campo di azione e proposta per il Rotary tendente alle giuste sensibilizzazioni e interazioni con la Regione stessa e con gli Enti Locali.
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