La scultura di Lorenzo Reina nel Teatro Andromeda a Santo Stefano Quisquina
E se Andromeda si proiettasse sulla terra e magari un astronauta emergesse dalle profondità del tempo e dello spazio siderale per distendersi accanto, un comune mortale verrebbe rapito e travolto in un vortice magico denso di forza e di energia, pervaso al contempo di una sensazione benefica di calma astrale. Una calma statica e al contempo fluida, un leggerissimo, impercettibile movimento che dall’esterno penetra verso l’interno, dal macrocosmo al microcosmo, e si espande uniformemente realizzando un perfetto sincretismo. Non è facile descrivere le sensazioni stimolate da questo luogo incantato che emana flussi di energia misteriosi e tacite onde di pace. Sarà la presenza delle stelle di Andromeda, sarà la presenza di Enki, sarà il panorama mozzafiato sulla vallata o qualcos’altro ancora. Di certo la visita del Teatro Andromeda è un’esperienza immersiva in una natura che ha “chiesto” all’uomo di plasmarla e di trarne per lui, come per tutti, gli aspetti più universali e incisivi.
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