Il programma Aquaplus nasce con l’ambizione di contribuire a risolvere il problema della fame e della sete nel mondo, e il progetto pilota Haiti ne rappresenta il primo impegno concreto. Un progetto che va ben oltre il semplice intervento, responsabilizza la popolazione nella costruzione di infrastrutture per il corretto utilizzo dell’acqua e per la produzione di alimenti che sappiano integrare e arricchire la dieta degli abitanti.
Il tutto si è svolto realizzato in una zona agricola di circa 10.000 abitanti nel comune di Torbeck, nel sud dell’isola. Qui il problema non era dovuto tanto alla presenza o meno di fonti idriche, ma bensì della loro gestione. Infatti la regione si può definire ricca d’acqua, ma la comunità era incapace di utilizzarla efficacemente, sia per fini prettamente domestici, che per fini agricoli.
Riconoscendo queste problematiche ed esigenze, il programma Aquaplus ha strutturato un progetto di intervento organico, per far sì che la popolazione diventasse, realmente, autosufficiente dal punto di visto dell’approvvigionamento idrico.
A partire dai primi mesi successivi il devastante sisma del gennaio del 2010 si è lavorato affinché si ricostruisse e ampliasse l’acquedotto, stabilizzandone
la sorgente e costruendo un’infrastruttura solida nel tempo, implementando le fontane e i punti accesso alla rete idrica.
Questo primo intervento, svolto coordinando la mano d’opera locale, ha fatto si che si ripristinassero i canali d’irrigazione già presenti e ha permesso di implementarli e renderli organici in un’ottica di sviluppo comunitario.
Giorno dopo giorno, gli abitanti della provincia di Les Cayes, hanno saputo riprendersi e ricostruire ciò che era andato distrutto, riabilitando così anche quell’animo intaccato dalla paura e dall’impotenza di fronte la forza della natura, ritrovando la voglia di vivere, e di vivere una vita migliore.
Questo ha portato a un’evoluzione rapida del progetto, che si è implementato della creazione di orti familiari a culture differenziate per ottenere un’alimentazione sana e completa, anche sotto il punto di vista nutrizionale.
Una fase dell’intervento che ha messo al centro la formazione, in particolare di agronomi, capaci di trasmettere una nuova cultura agricola contadina. Un percorso di crescita che ha messo in contatto l’università locale con la Facoltà di Agraria dell’Università di Milano, aprendo canali di comunicazione e creando rete, per far si che le conquiste istantanee possano avere un seguito proficuo.
Risultati raggiunti
– 10 chilometri di acquedotto, 45 fontane (con annesse docce) decorate a mosaico e gestite da un comitato locale che provvede alla manutenzione e alla riscossione delle bollette per gli allacciamenti privati;
– 10 docenti dell’Universit. di Milano che hanno tenuto corsi e seminari (temi trattati: tecniche agronomiche, patologia vegetale, tecnologie alimentari, entomologia, nutrizione umana), 6 studenti haitiani presso l’Universit. di Milano, 2 studenti italiani che hanno preparato le tesi di laurea sulle colture haitiane;
– 20 mila alberi di Moringa Oleifera destinati alla produzione di foglie, ricche di vitamine, proteine e antiossidanti, che, essiccate e polverizzate, vengono utilizzate come integratori alimentari;
– un’Unità di Trasformazione (UdT) che produce farine, gallette, dolci e polvere di foglie di Moringa Oleifera, tutti prodotti che sono gi. commercializzati nei supermercati locali con un attivo finanziario a favore dei soci della cooperativa di agricoltori che gestisce la UdT;
– una campagna di informazione, assistenza e addestramento alle buone pratiche nutrizionali, che coinvolge oltre 600 famiglie con bambini che soffrono di malnutrizione cronica, i quali sono, oggi, tutti in fase di piena remissione dei sintomi riscontrati all’inizio della campagna.
Il costo complessivo di poco più di 1 milione e mezzo di euro dimostra, in modo inequivocabile, che in realtà estreme, come le comunità rurali di Haiti, è possibile realizzare una radicale evoluzione della condizione di piccole comunità, con una realistica prospettiva di durabilità.
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