Come la nostra organizzazione agisce in modo efficace e tempestivo
– A cura di Mariano Farina
Sabato 22 aprile non si poteva celebrare in modo migliore la Giornata Mondiale della Terra. Una splendida mattinata di sole ha fatto da cornice alla cerimonia di messa a dimora della prima pianta (un abete bianco) del Bosco del Rotary. Un service che nasce dal territorio dell’Altopiano ferito dalla tempesta Vaia del 2018 e che coinvolge l’intero Distretto 2060 per tutelare l’ambiente: rimboschire un’area di circa un ettaro di terreno a quota 1.570 metri slm in località Plata, poco lontano dal Centro Fondo Campolongo a Rotzo, in provincia di Vicenza. Presenti il Governatore Tiziana Agostini che ho accompagnato il Sindaco di Rotzo, Lucio Spagnolo, il Presidente del Consorzio Usi Civici Rotzo – Pedescala e S. Pietro, Diego Rigoni, e il Prof. Raffaele Cavalli dell’Università di Padova, autore con alcuni colleghi del progetto. Numerosa la rappresentanza del Rotary Club Asiago Altopiano Sette Comuni, oltre a soci di altri Rotary Club del Triveneto.
Un progetto di grande rilievo, perché, insieme ad altre iniziative realizzate dai Rotary Club della Regione Veneto, è la dimostrazione che alle parole e alle azioni di solidarietà subito dopo l’emergenza il Rotary agisce nel tempo. È un service molto sostenuto dal Governatore e che ha una grande valenza ambientale, ma anche educativa e storica e, soprattutto, che intende lasciare un po’ di bellezza alle nuove generazioni, per la cui realizzazione è servita la collaborazione e il contributo concreto di tanti i soci rotariani. Il luogo prescelto è un’area vasta più di un ettaro, posta nella zona di Campolongo, sull’Altopiano di Asiago, facilmente raggiungibile anche in auto, in prossimità di due forti, Campolongo e Verena, che ancora ci raccontano le storie e le sofferenze della Grande Guerra. Il progetto di piantumazione è stato elaborato dal Prof. Raffaele Cavalli del Rotary Club Vicenza, che, per quanto attiene modalità di impianto e scelta delle specie da piantare, ha voluto indirizzare l’evoluzione del bosco futuro verso la formazione di un popolamento più resistente nei confronti dei sempre più frequenti disturbi naturali, compreso il parassita Bostrico e dei cambiamenti climatici in atto. In totale, saranno messe a dimora circa 2.500 piantine di tipologie diverse per rafforzare la resilienza e la biodiversità, piantate in modo irregolare come farebbe la natura, ma secondo uno schema che si adatta alle caratteristiche del terreno come fanno gli umani.
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