L’impegno del Rotary per uno sviluppo possibile
– A cura di Paolo Raschiatore
A novembre abbiamo festeggiato i 100 anni del Rotary in Italia. Il 20 novembre 1923 nacque ufficialmente a Milano il primo Rotary Club italiano. Tutti i Distretti Rotary italiani hanno celebrato questo prestigioso traguardo guardando al futuro e creando, attraverso progetti mirati, opportunità per i giovani nel loro avvio al mondo del lavoro. Progetti distinti, ma a tema comune: anche il nostro Distretto ha elaborato il proprio, che abbiamo chiamato L’impegno del Rotary D2090 per uno sviluppo possibile. Una grande sfida che mette al centro il capitale umano come condizione essenziale per mantenere, anzi aumentare, la competitività del nostro Paese e promuoverne lo sviluppo, facendo sì che i protagonisti siano i giovani. Ogni giorno assistiamo a una dinamica sociale per certi versi paradossale: viviamo uno sviluppo straordinario e repentino delle conoscenze tecnico-scientifiche, delle applicazioni e dell’impatto che questo comporta nella nostra vita lavorativa e privata, ma questo processo non sembra andare di pari passo con la crescita delle competenze della vita che ogni individuo dovrebbe possedere.
La parola d’ordine dei nostri giorni è trasformazione: parliamo di trasformazione digitale, di trasformazione green, e si tratta di una trasformazione generale della nostra società, verso un’economia sempre più sostenibile e resiliente. Ma la trasformazione implica un cambiamento e il cambiamento è spesso traumatico e porta con sé difficoltà e paure: abbiamo le abilità sufficienti per affrontare la complessità della vita che cambia? Non abbiamo ancora assorbito la quarta rivoluzione industriale, la rivoluzione della digitalizzazione, delle macchine intelligenti, dell’importanza dei dati, che a distanza di solo 10 anni siamo già alla quinta rivoluzione industriale, che vede la cooperazione intelligente tra esseri umani e macchine, lo sviluppo sempre più massiccio dell’intelligenza artificiale in tutte le attività, e in generale un’industria sostenibile, centrata sull’uomo e resiliente. Vecchi lavori diventano obsoleti, nuovi lavori si affacciano: questo processo è in atto, a livello globale, e non lo si potrà fermare, possiamo solo decidere se subirlo, lasciando alle altre economie e società il ruolo di protagoniste, oppure se coglierne le opportunità in modo da avere una nuova stagione di sviluppo, trainata dalle nuove generazioni.
Ma qual è la situazione nella nostra nazione? Da molti anni si assiste in Italia al progressivo abbandono delle formazioni tecniche e alla loro delegittimazione, a iniziare dalla scuola secondaria. Una visione stereotipata del lavoro da una parte e dall’altra la miopia della politica che non ha saputo valorizzare l’istruzione tecnica e professionale, relegandola con il passare del tempo a un ruolo subalterno, incidono sulla scarsa preferenza accordata dalle famiglie agli studi tecnici e professionali. Cresce il divario con gli altri paesi dell’Unione Europea nei livelli di istruzione terziaria in generale, la percentuale dei laureati è tra le più basse e solo 1 laureato su 4 lo è nelle discipline scientifiche e tecnologiche, con una grandissima disparità di genere. Allo stesso tempo, il nostro Paese detiene il triste primato in Europa dell’incidenza dei NEET, i giovani che non studiano e non lavorano. Se a tutto questo aggiungiamo la fuga dei cervelli migliori e l’andamento demografico in forte calo, possiamo dire che la situazione non è tra le migliori.
Possiamo fare qualcosa? Sicuramente sì, siamo professionisti provenienti dal mondo del lavoro, siamo presenti capillarmente su tutto il territorio, abbiamo rapporti con tutte le istituzioni.
Dobbiamo fare qualcosa? Necessariamente, per tutti i nostri figli o nipoti che nel 2050 saranno i protagonisti della nostra società, cui non possiamo lasciare un mondo peggiore di quello che abbiamo avuto in dono, per non essere ricordati come la generazione egoista!
Sono due le direttrici d’azione individuate dal progetto:
- Opinione e Orientamento: sensibilizzare l’opinione pubblica su questi argomenti, parlare con tutte le istituzioni locali (politiche, sociali, religiose, scolastiche), proporre buone pratiche e soprattutto dare la propria testimonianza, attraverso attività di orientamento in prima persona, organizzando e partecipando con i club ad attività di informazione e orientamento nelle scuole.
- Mentoring e Tutoring verso le nuove generazioni: integrazione e collaborazione scuola-lavoro, con i progetti distrettuali come il RYLA, lo Scambio Giovani, il progetto Virgilio e il rinnovato progetto Master&Job.