– a cura di Maurizio Mantovani, Governatore Distretto 2050
Nei giorni in cui in tutto il mondo si festeggiavano i 115 anni della fondazione della nostra associazione, il Distretto 2050 è stato colpito dal primo focolaio del Coronavirus.
Alla radio e alla televisione si avevano le prime contraddittorie informazioni, ma ciascuno di noi è stato chiamato immediatamente a fare i conti con la realtà: eravamo di fronte a un’emergenza sanitaria senza precedenti, che la storia contemporanea ricordasse. Alcuni Comuni del Distretto sono stati dichiarati “zona rossa”: zona di allerta ed esclusione.
In ognuno da un lato è cresciuto il timore di poter essere stato contagiato e di poter contagiare a sua volta, e dall’altro di giorno in giorno si è fatta più forte la consapevolezza che non si poteva rimanere inermi ad osservare ciò che sotto i nostri occhi stava accadendo.
Tutte le fragilità dell’essere umano sono emerse ma, come sostiene un noto psichiatra, «la fragilità è all’origine della comprensione dei bisogni e della sensibilità per capire in quale modo aiutare ed essere aiutati. La fragilità è fondamento della saggezza».
Mai prima di quel momento erano apparse chiare ed attuali le parole di Paul Harris: «Il Rotary offre l’opportunità di servire nei modi e negli ambiti in cui ognuno è più propenso. Il potere di un’azione combinata non conosce limiti». E così tutti i rotariani e rotaractiani del Distretto hanno iniziato a progettare e porre in essere iniziative a sostegno degli ospedali locali, dei medici e di tutti gli operatori sanitari impegnati in prima linea. Sono stati acquistati indumenti di protezione per i medici di base, sono state organizzate raccolte fondi per l’acquisto di macchinari necessari a fronteggiare le emergenze ospedaliere, garantendo così l’assistenza a un più elevato numero di persone. Sono stati presi contatti con i Prefetti delle sei province per coordinare talune iniziative di approvvigionamenti di materiale.
Sia i club che i singoli soci hanno dimostrato di essere pronti ad agire.
Con orgoglio ho appreso di medici rotariani in pensione che si sono messi a disposizione, rotariani ristoratori che hanno preparato i pasti per il personale sanitario di un ospedale di provincia, altri che hanno messo a disposizione immobili di proprietà per ospitare medici e infermieri provenienti da diverse città, in supporto dei colleghi impegnati fin dal 21 febbraio a fronteggiare la situazione di emergenza.
Tutti hanno dimostrato al tempo stesso anche grande resilienza.
L’uomo è considerato fin dai tempi di Aristotele un animale sociale e sente forte il bisogno di aggregarsi. Lo stop imposto dal Governo anche alle riunioni di club non ha scalfito nei rotariani il bisogno di ritrovarsi, di rimanere connessi nonostante tutto. Senza indugio, anche i più diffidenti verso la tecnologia non hanno potuto fare a meno di organizzare o partecipare a riunioni di club su piattaforme online; i tradizionali bollettini sono stati sostituiti o integrati da brevi video messaggi dei soci, così da poter far sentire la vicinanza anche a chi è meno avvezzo agli strumenti di ultima generazione.
Le interazioni tra soci via web anche per organizzare service a favore delle comunità locali ha posto finalmente in evidenza che i rotariani oggi non si ritrovano più al ristorante per cene luculliane e per tacitare in vario modo i bisogni delle comunità locali. I rotariani, anche nell’impossibilità di ritrovarsi fisicamente, si sono riuniti virtualmente, hanno progettato service, hanno raccolto fondi per l’acquisto di strumentazioni che salveranno vite. Hanno dimostrato di saper organizzare le iniziative rotariane in modo non convenzionale e di essere in prima linea per fare del bene anche e soprattutto nell’emergenza.
A causa di questo virus, che ad oggi ha fatto più vittime delle guerre, tutti sentiamo forte la necessità che quanto prima i laboratori di ricerca possano scoprire la terapia per sconfiggere il Covid-19 e il vaccino per prevenirlo.
Noi rotariani abbiamo a cuore il tema della prevenzione e della cura delle malattie e da oltre 40 anni conosciamo l’importanza delle vaccinazioni contro la Polio. Oggi con maggior determinazione dobbiamo continuare e sostenere la campagna delle vaccinazioni e quella di sensibilizzazione sulla sua importanza: una persona non vaccinata non solo mette a rischio la propria salute, e talvolta la vita, ma anche quella delle persone più care.
Noi rotariani abbiamo a cuore la salute di tutti e insieme supereremo questa pandemia. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Tutti insieme ce la faremo!
Sono stati evasi e consegnati gli ordini per 200 kit di protezione per medici condotti a 48 ore dalla scoperta dei primi contagi a Lodi e sono state consegnate 26.000 salviettine disinfettanti usa e getta alla Prefettura di Pavia. Sono inoltre state consegnate alle ASL o ATS delle sei province facenti capo al nostro Distretto 3.000 saturimetri, oggi introvabili, che servono soprattutto ai pazienti dimessi dagli ospedali per controllare la quantità di ossigeno presente nel sangue in autonomia, senza dover impiegare tempo dei medici di famiglia per effettuare questa rilevazione. Non vi nascondo la gratitudine espressa dagli Enti Territoriali nell’apprendere che con quest’ultima donazione abbiamo anticipato una loro necessità che si verificherà nei prossimi giorni. Gratitudine che giro a tutti voi. Tutto questo è stato possibile grazie alla nostra onlus Prometeo e alla generosità di tanti club che hanno donato sul progetto Aiuti alla popolazione del territorio Distrettuale colpita dal Covid-19. Dobbiamo continuare a essere vicini e presenti come Distretto alle strutture sanitarie e questo può essere realizzato grazie al vostro sostegno all’iniziativa.
Insieme e connessi abbiamo fatto e possiamo continuare a fare realmente del bene.
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