Il ruolo centrale delle donne nei territori di guerra

– A cura di Rosanna Stellato

Nel 2023/2024, il Distretto 2101 ha sostenuto la candidatura mondiale di Sara Formisano, vincitrice, unica in Italia, della Borsa di Studio per la Pace della Rotary Foundation, conosciuta come Rotary Peace Fellowship. Sara lavora da più di vent’anni come consulente internazionale nei territori di guerra, occupandosi di sicurezza e trasformazione dei conflitti, collaborando con organizzazioni come le Nazioni Unite, l’Unione Europea, l’OSCE-ODIHR e svariate altre istituzioni internazionali. Inoltre, è Presidente dell’organizzazione Scintille, Association for Gender and Peace Security, conosciuta come SAGAPS. Candidata dal Distretto 2101, Sara ha vinto la borsa di studi presso il Centro della Pace dell’Università di Makerere (Uganda) con un’iniziativa di cambiamento sociale per le donne in conflitto, dal titolo Women for Lasting Peace: exchange of experiences and solidarity between Ukrainian and Sudanese women in Peace Processes. Grazie a questa iniziativa le donne ucraine e sudanesi hanno potuto confrontarsi e coordinare un’azione di peacebuilding, culminata in un appello congiunto per la pace.

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Successivamente l’appello è stato anche pubblicato sulla piattaforma mondiale per il cambiamento sociale change.org, diventando così una petizione per sollecitare la collaborazione internazionale e raccogliere firme a sostegno delle rivendicazioni femminili, dando così un contributo all’attuazione della Risoluzione 1325 delle Nazioni Unite. Confrontando le differenti esperienze delle donne in territori di guerra si è evidenziato che le sudanesi subiscono una situazione di svantaggio significativo rispetto alle ucraine a causa di barriere economiche, culturali e politiche tali da rendere quasi impossibile assumere un ruolo attivo e di leadership nel contesto pacifista. Emerge quindi l’urgenza di investire in una formazione che consenta alle leader del Sudan di acquisire le competenze necessarie, non solo per affrontare la grave crisi umanitaria, ma anche per svolgere un ruolo attivo nella promozione della riconciliazione e della stabilità.

A questo proposito, è importante ricordare che il conflitto in Sudan è uno dei più brutali della storia africana e, purtroppo, rimane tragicamente ignorato a livello internazionale. Le azioni internazionali, che dovrebbero fare luce sulle violazioni dei diritti umani, sono limitate a causa del controllo delle forze armate su stampa e social media e l’ONU è una delle poche fonti affidabili di informazione. Ecco perché Sara, che ora fa parte degli Alumni del Rotary, ha scelto di collaborare con i rotariani per dare forma e contenuto a un Global Grant dal titolo Women in Equality for Lasting Peace: supporting Sudanese women leading the path to peace.

Il GG nasce dall’esigenza di sostenere la formazione professionale in peacebuilding delle donne leader sudanesi. Si tratta di fornire a sei donne sudanesi, selezionate sulla base del loro operato, della loro popolarità e delle capacità di leadership, un curriculum altamente specializzato nei vari aspetti di peacebuilding.  Un criterio fondamentale nella selezione è stato quello di scegliere figure di rilievo, già riconosciute a livello nazionale. Il progetto, se approvato, prevederà altre tre iniziative. La prima sarà la creazione di spazi sicuri, dove le leader così formate potranno discutere e promuovere iniziative di pace in un ambiente protetto. Saranno queste le Case della Pace. La seconda iniziativa prevederà la creazione di un punto informativo gestito da volontarie all’interno delle Case della Pace, con l’obiettivo di supportare le vittime di violenza di genere indirizzandole verso centri di supporto locali e internazionali specializzati nel processo di healing. La terza iniziativa riguarderà un servizio di orientamento per tutte le rifugiate, atto a favorire l’integrazione sociale, amministrativa ed economica negli stati che hanno dato loro asilo.

Attualmente, per la realizzazione del Global, si ricercano alleanze con altri Distretti Rotary nazionali e internazionali, con club e sponsor vari, con l’obiettivo di ampliare la rete di collaborazioni e massimizzare l’impatto e la replicabilità dell’iniziativa. Sarebbe inoltre interessante offrire alle donne leader l’opportunità di partecipare a eventi rotariani e non in qualità di testimoni di un cambiamento voluto dal Rotary, ascoltando e imparando dalla loro esperienza. Le donne in Sudan, come nel resto del mondo, sono già agenti di pace, anche se spesso tutto ciò non viene riconosciuto. In questo senso, l’intervento e il sostegno della comunità rotariana saprà fare la differenza.

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