I volti della professionalità: spazio all’impegno dei soci rotariani nel mese dell’azione professionale.
Dalla progettazione di grandi infrastrutture alla fabbricazione di espositori in legno. È la singolare traiettoria professionale di Sandro Leccese, brillante ed entusiasta imprenditore pugliese, Presidente del RC Ginosa – Laterza. Laureato in ingegneria al Politecnico di Torino nel 1990 per occuparsi di strade e aeroporti, 56 anni, sposato con Anna e padre di due giovanotti che regalano soddisfazioni (uno già laureato in Economia a Milano e l’altro al 5° anno di Liceo Scientifico a Laterza). Leccese è titolare della Cemab, azienda che costruisce espositori in legno di alta qualità.
Lei è rotariano dal maggio 2018, quando fu costituito il Club che presiede. Cosa l’ha convinta a entrare nel Rotary?
Sul piano formale, sono rotariano da poco, ma in realtà, credo di essere rotariano da sempre. Di essere nato rotariano. I valori del Rotary sono gli stessi che caratterizzano il mio modo di essere nella vita di tutti i giorni, in famiglia, in azienda, nei rapporti con i miei colleghi imprenditori e con i miei clienti. Si può essere buoni cittadini anche senza essere rotariani; ma se portiamo quel distintivo sulla giacca, il mondo deve riconoscerci per gli esempi positivi, per la capacità di incidere con le nostre idee, i nostri progetti e il nostro agire.
Cosa rappresenta il Rotary per lei?
Una grande opportunità di crescita, di esplorare nuovi orizzonti umani e culturali, di potermi rendere utile al territorio e di contribuire agli obiettivi ambiziosi che il Rotary persegue. Sono felice di essere in questa organizzazione: mi entusiasma il continuo scambio di conoscenze e di esperienze, la possibilità di essere connessi nel mondo e con il mondo. Insomma: il Rotary è il luogo migliore in cui poter esprimere i valori nei quali mi riconosco.
Le propongono un’operazione d’affari legalmente regolare ma eticamente discutibile: a cosa dà la precedenza?
Tutti gli imprenditori si trovano davanti a questo tipo di scelte ogni giorno. Per me resta valido il principio di cui parlavamo in precedenza: porto con orgoglio il simbolo del Rotary sulla giacca, ma i valori sono dentro, fanno parte del mio essere e non sono derogabili. Si possono concludere ottimi affari anche senza calpestare le proprie convinzioni.
Allora l’etica è un valore o uno strumento?
Un valore, assolutamente. Un valore che consente l’individuazione e l’accesso agli strumenti necessari per svolgere bene il proprio compito. Non nascondiamoci: i furbetti esistono in tutte le categorie professionali e anche a me, ogni tanto, giungono sollecitazioni e suggerimenti per risparmiare sui costi. Ma ho grande rispetto per il lavoro e continuo a ritenere indispensabile l’apporto dell’elemento umano nei processi produttivi: perciò, da noi niente “nero”, bandita ogni forma palese o occulta di sfruttamento dei dipendenti. È una scelta di campo: l’etica interna all’azienda si ribalta e si proietta verso il cliente, che per noi non è un numero, ma un amico da soddisfare.
Quali valori rotariani incontra nella sua attività quotidiana?
Tanti. La nostra è un’azienda spinta verso l’automazione 4.0, sta al passo con i tempi e con la tecnologia, ma senza penalizzare il lavoratore. I robot che abbiamo implementato nelle diverse fasi della produzione sono straordinari, ma non potranno mai sostituire la migliore intelligenza di cui possiamo disporre: quella del cervello umano. Perciò, da noi, la macchina fa la macchina ed è al servizio dell’uomo, lo affianca e non avviene mai il contrario.
Servire al di sopra di ogni interesse personale: è possibile anche nella professione?
«Indiscutibilmente. È quello che faccio ogni giorno. L’adesione ai valori rotariani è il volano che trasmette energia positiva a tutte le relazioni con cui mi connetto quotidianamente».