Una bussola che guida e orienta
– A cura di Tiziana Agostini
Che l’Anno Rotariano 2022/2023 dovesse caratterizzarsi nel segno dell’ambiente, settima area di intervento del Rotary International, già era stato immaginato nel Distretto 2060 durante la fase di formazione e preparazione dei futuri dirigenti di club. A rimarcarne la necessità anche la Conferenza Presidenziale del marzo scorso, tenutasi proprio a Venezia, luogo paradigmatico di interdipendenza tra vita ordinaria e insediamento antropico, messo a rischio nel novembre 2019 dalla tremenda aqua granda e costantemente minacciato dall’innalzamento dei mari.
L’estate appena trascorsa ha reso ancor più evidente questa urgenza.
Nel mese di luglio parte del ghiacciaio della Marmolada è collassato, con il suo tragico corredo di lutti. I grandi incendi estivi, favoriti dalla siccità e spesso provocati da inneschi dolosi, hanno colpito anche il nordest. In particolare, tra Trieste e il Carso, le fiamme si sono estese al punto da costringere alla chiusura di linea ferroviaria, autostrada, con la precauzionale sospensione della corrente elettrica. A Monfalcone la cenere lignea dispersa nell’aria ha obbligato al divieto di uscire o se costretti all’obbligo di indossare la mascherina FFP2. Sul Carso sono esplosi gli ordigni della Prima Guerra Mondiale e una volontaria ha perso la vita per fermare le fiamme. Per la prima volta si è registrata penuria d’acqua in montagna a causa dell’assenza di neve nell’inverno precedente.
Qui, dove ambiente significa anche paesaggio, la cura dei club per il territorio era già operante, ma l’impegno ora si sta facendo più stringente.
I service in materia di ambiente, già ipotizzati nei mesi scorso, si stanno articolando secondo tre fondamentali direttrici:
- Conservare e proteggere le risorse naturali;
- Promuovere la sostenibilità ecologica e l’armonia tra le comunità e l’ambiente;
- Sostenere l’innovazione per ridurre gli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale.
Il Distretto si è dato il compito di ispirare, supportare e motivare i club, per realizzare progetti di carattere ambientale anche innovativi, valorizzando le esperienze territoriali e le competenze e l’impegno dei rotariani.
I soci sono consapevoli che i loro interventi, per quanto importanti, non risolvono tutti i problemi, ma possono determinare una presa di coscienza per invertire una tendenza che sembra inesorabilmente negativa. Rifiutano i radicalismi ideologici, preferendo piuttosto contribuire a una seria riflessione sui modi con cui intervenire. Non a caso molteplici sono stati i dibattiti già realizzati in questi mesi, sia durante le conviviali, sia aperti a un pubblico eterogeneo. Gli interventi riguardano anche eventi calamitosi già avvenuti, come la tempesta Vaia, che ha distrutto parte del patrimonio boschivo e ha provocato come danno di lungo periodo la diffusione di un terribile parassita, il bostrico, che attacca le piante sane.
La cura per l’ambiente riguarda anche quello dei club, per creare luoghi diversificati, equi e inclusivi per tutti i soci, quale modello per una società possibile. Ad ispirare in questo caso è la dichiarazione DEI su Diversità, Equità e Inclusione. Così, il bastone verde che sorregge il cerchio contornato dai 7 piccoli cerchi del logo di Jennifer Jones, simbolo della Terra, per i 93 Club Rotary che costituiscono il Distretto 2060 Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige/Süd Tirol è diventato in questi primi tre mesi la bussola che guida e orienta.