È ufficialmente partita l’Operazione Neet, che i Rotary Club Valle Mosso, Biella, Valsesia e Martigny hanno costruito attraverso un Global Grant con l’aiuto del Distretto 2031, del Distretto svizzero 1990 e della Rotary Foundation per il recupero dei giovani. In inglese neet significa “non impegnati in formazione, studio o lavoro”, ovvero giovani senza la speranza di collocarsi in modo produttivo nella società.
La presentazione è avvenuta nel corso dell’ultimo appuntamento conviviale del Rotary Valle Mosso, capofila del progetto, con la partecipazione di Marco Saglione, responsabile distrettuale della Fondazione Rotary, di Gennaro Vivarelli, referente per le sovvenzioni, e dell’assistente del Governatore Carlo Boccaccino, che hanno illustrato l’iniziativa insieme ai Presidenti di Valle Mosso, Paolo Piana, e di Biella, Franco Borlo.
Per un maggiore approfondimento è intervenuto Fulvio Morezzi, del Rotary Valle Mosso, che ha concretamente sviluppato il progetto. Presenti anche Valentina Pelazza e Anna Cinguino, della Coperativa Filo da Tessere, specializzata in servizi per il lavoro, che avrà il ruolo di braccio operativo e che ha già sviluppato progetti analoghi in collaborazione con la Fondazione Zegna: qui i risultati sono stati ottimi, con il 70% di esiti positivi rispetto ai ragazzi coinvolti. Proprio Valentina Pelazza ha spiegato che le loro azioni si concentrano soprattutto negli ambiti della lotta contro la dispersione scolastica e dell’orientamento dei giovani al lavoro, allo studio e alla formazione professionale. Si tratta di azioni improntate al metodo del training delle scelte con seminari, attività formative, valorizzazione di talenti e inclinazioni e addestramento a relazionarsi correttamente con il mondo del lavoro.
Fulvio Morezzi ha sottolineato che l’Italia è la maglia nera in Europa per quanto riguarda i neet, con il 25,7 % di casi. Nel Biellese questa quota è mediamente del 16 % e rappresenta, oltre che un disagio per le famiglie, anche un costo sociale ed economico per la comunità. Un impegno per il quale i Rotary Club promotori, insieme ai loro Distretti, attraverso la Fondazione Rotary, sono riusciti ad attivare un finanziamento complessivo di 70.000 euro, che consentirà di avviare al trattamento di recupero circa un centinaio di giovani nel Biellese e in Valsesia, che, come ha precisato Paolo Piana, «saranno seguiti individualmente e accompagnati alla ripresa dello studio o all’ingresso nel mondo del lavoro».
«Il progetto è molto complesso – ha spiegato Marco Saglione – e la fase più difficile per ottenere il finanziamento è stata quella di farlo comprendere agli organismi rotariani centrali negli Stati Uniti, che dovevano approvarlo, abituati a sovvenzionare obiettivi concreti. Dopo un lungo lavoro di interlocuzione e perfezionamento (durato sei mesi e svolto da Fulvio Morezzi) con la Sede di Evanston, è stato possibile completare il progetto. Si tratta del finanziamento Global Grant più rilevante fatto dal nostro distretto, che nel Biellese ha già attivato questo genere di interventi per circa 200.000 euro».
Carlo Boccaccino ha invece affermato che «la Governatrice distrettuale Antonietta Fenoglio aveva individuato fin dall’inizio che questo sarebbe stato progetto importante per il territorio», mentre Franco Borlo ha tenuto a sottolineare «uno spirito di collaborazione non sempre facile da trovare nel rapporto tra le diverse istituzioni locali».
Del resto, la piena conferma dell’importanza del progetto e della sua sicura e positiva ricaduta sul territorio è data, come ha sottolineato il Presidente Paolo Piana, dall’alto numero di richieste pervenute non appena si è saputo che ci si stava lavorando. Ancora una volta, dunque, una viva attenzione ai bisogni delle persone e una pronta risposta da chi è pronto ad agire.
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