Un progetto di successo e di grande impatto ambientale e sociale
– A cura di Pietro Rosa Gastaldo
Martina Stella di Mare, Plastic-Ocene, Water in life, InCircoloBlu, Be(e)Rac, sono solo alcuni dei titoli dei circa 30 service dedicati alla tutela dell’ambiente e delle acque che hanno coronato il progetto distrettuale 2023/2024 Rotary Plastic Ride, per celebrare il Centenario del Rotary in Italia. Si sono impegnati oltre 60 Rotary Club, con Rotaract, Interact, anche club stranieri, austriaci e sloveni, e di altri Distretti. I progetti sono stati presentati a Venezia, lo scorso aprile, in occasione del forum distrettuale dedicato a Rotary Plastic Ride, tanto voluto dal Governatore Anna Favero. Decine e decine di Rotary Club, insieme al Rotaract e all’Interact, si sono impegnati per l’intera annata a divulgare la cultura della tutela dell’ambiente, e in particolare delle acque, dell’inquinamento delle plastiche e microplastiche. Mostre, convegni, attività nelle scuole e nelle comunità, giornate di raccolta delle plastiche, borse di studio, e tanto altro ancora, per fare della settima area della Fondazione, la tutela dell’ambiente, una priorità, un’occasione per agire, per fare cose concrete, d’impatto. E, l’insieme di questi progetti, presentati e esposti a Venezia, il loro impatto l’hanno dimostrato, perché sono stati molti, diversi l’uno dagli altri, svolti in tutto il territorio delle tre regioni del Distretto, Trentino-Alto Adige/Südtirol, Friuli-Venezia Giulia e Veneto. I rotariani, i rotaractiani hanno messo in campo le loro competenze, il loro tempo, la loro passione. I club si sono uniti per agire insieme, per progettare e realizzare service e progetti comuni, dimostrando affiatamento, visione, obiettivi condivisi, sapendo costruire collaborazioni e partnership con altre associazioni ambientaliste, con le istituzioni pubbliche, la comunità scientifica, le scuole e le università.
«Professionalità, competenze, attenzione e coinvolgimento dei giovani sono state le caratteristiche fondamentali di questi progetti» ha ricordato Anna Favero aprendo il forum di Venezia. E anche per quest’evento, il Distretto si è avvalso d’importanti partnership a iniziare dalle Capitanerie di Porto di Venezia e Trieste, presenti al Forum con il Contrammiraglio Filippo Marini e il Comandante Antonio Frigo della Capitaneria di Porto/Guardia costiera. Il Forum ha avuto il patrocinio di quattro Università (Padova, Venezia, Udine e Trieste) ed è stato sostenuto da altre aziende. «È stato un lavoro lungo e impegnativo che ci ha dato tante soddisfazioni e ha dimostrato la forza dei 96 Rotary Club del Distretto e la condivisione del progetto da parte di Rotaract e Interact», ha raccontato Ivano Chivelli, Presidente della Commissione Distrettuale Tutela dell’ambiente, che ha coordinato Plastic Ride fin dal suo inizio. Anche l’RD del Rotaract, Christian Gaole, ha voluto parlate di Plastic Ride, ricordando i progetti del Rotaract, in particolare del Club San Vito al Tagliamento denominati Be(e)Rac in collaborazione con la Cooperativa sociale Il Granello e altri partner, che ha previsto un apiario didattico inclusivo per la comunità e l’istruzione. Di sostenibilità ambientale e tutela delle acque a Venezia ne hanno parlato Barbara Lucini di Generali Italia, Michele Bugliesi, Presidente di Fondazione Venezia, Cristina Pedicchio dell’Università di Trieste, Beatrice Rosso, Dottoranda Università Ca’ Foscari, Elisabetta Milan, artista e ideatrice della mostra Plastic-Ocene, Stefano Della Sala di Veritas, Filippo Maria Bortoli e Marco Tomaiuolo, Bortoli Assicurazioni delle Generali di Venezia, che hanno presentato i progetti di sostenibilità.
Con l’occasione del Forum sono stati conferiti anche quattro premi a giovani talentuosi che hanno presentato tesi di laurea magistrale in tema di sostenibilità ambientale e dell’economia circolare. «Abbiamo voluto premiare dei giovani in quest’occasione – ha dichiarato il Governatore Anna Favero – perché è da loro che ci aspettiamo il più importante impegno per l’ambiente, perché esprimono un grande sensibilità alla sostenibilità in ogni campo e, infine, perchè è soprattutto nelle loro mani il futuro del pianeta. È con loro che dobbiamo create hope in the world».
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