Toccare con mano le nostre potenzialità
– A cura di Natale Spineto
È difficile condensare in poche righe la ricchezza di spunti, suggestioni, emozioni che regala l’Assemblea Internazionale e credo che l’intensità dell’esperienza che si vive a Orlando possa essere restituita soltanto in maniera polifonica. A questa polifonia, cui ringrazio la rivista Rotary Italia di aver dato voce, vorrei contribuire sottolineando, fra i tanti, l’aspetto dei lavori assembleari che ha lasciato su di me l’impronta più forte. Il Rotary è una grande rete (una grande famiglia, come ama dire Stephanie Urchick), costituita da un’infinita varietà di fili che s’intrecciano e che proprio per la loro diversità e la loro capacità di annodarsi gli uni con gli altri riescono a creare qualcosa di davvero solido, efficace, incisivo. Ognuno di noi lo sa, quando entra in contatto con il nostro sodalizio e ne diventa parte, ma l’Assemblea è il momento nel quale questo carattere di unità fra le differenze e di sintonia e solidarietà fra rotariani, che quanto più è forte tanto più si riverbera nella capacità di agire efficacemente per gli altri, diventa maggiormente evidente e si può sperimentare in maniera diretta e coinvolgente. La compresenza degli oltre 500 Governatori di tutto il mondo, tutti aperti al dialogo, allo scambio, alla collaborazione è un evento unico che fa respirare davvero la natura internazionale, la scala globale, la portata mondiale del Rotary, e permette di toccare con mano le enormi potenzialità offerte dal nostro sodalizio. Le continue occasioni – dalle sessioni formative alle sedute plenarie, dai momenti conviviali alla serata dedicata alle culture del mondo – di conoscere persone di altre regioni, altri Paesi, altri continenti, di trovare consonanze d’idee, programmare futuri incontri, abbozzare progetti costituiscono una componente impareggiabile dell’esperienza a Orlando.
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