Oggi è usuale indicare con il suffisso 4.0 l’ultima innovazione in vari campi. Creato per indicare l’attuale livello di automazione industriale, questo suffisso si è largamente diffuso.
Nello scorso gennaio a Davos, Klaus Schwab, Founder and Executive Chairman del World Economic Forum ha parlato di Globalizzazione 4.0 attorno a cinque principi di riferimento:
– il dialogo è fondamentale e deve essere basato su una pluralità di soggetti coinvolti;
– la globalizzazione deve essere responsabile e sensibile alle preoccupazioni regionali e nazionali;
– il coordinamento internazionale deve essere migliorato in assenza di cooperazione multilaterale;
– affrontare le maggiori sfide globali richiede gli sforzi collaborativi delle aziende, del governo e della società civile;
– la crescita globale deve essere inclusiva e sostenibile.
Sono moltissimi gli esempi di adozione di questo termine sino ad arrivare di recente al libro che Stefano Grazioli ha intitolato Putin 4.0.
Ma perché parlare di service 4.0?
La scorsa primavera un piccolo gruppo di rotariani riuniti in una commissione dedicata del Distretto 2060, coordinata da Raffaele Antonio Caltabiano e da Pier Antonio Salvador, Presidente della Commissione Fondazione, ha pensato di affrontare il tema dei service digitali sulla base delle considerazioni emerse durante il Rotary Institute di Norimberga della fine 2018.
Da una prima macroanalisi sono emerse interessanti considerazioni sui progetti Rotary basati su tecnologie digitali condivise da tutti i partecipanti che hanno permesso di definire come un tale approccio di progetto permetta di impegnare in modo significativo due fattori base del Rotary: la professionalità dei sui soci e il fare rete a livello non solo locale ma internazionale.
Infatti, ciò che realizza il progetto di servizio tramite un prodotto digitale, quindi dematerializzato, si caratterizza essenzialmente per la sua replicabilità a costo zero, o a un costo molto basso; il costo del progetto pilota in generale assorbe tutti i costi d’investimento, e il progetto-prodotto (possiamo definire così questa tipologia di progetto di servizio) non viene utilizzato una sola volta per la realizzazione pilota ma può essere riutilizzato un numero infinito di volte senza ulteriori oneri. Questa considerazione evidenzia come l’investimento iniziale in una tale tipologia di progetti consenta una replica su grandi numeri senza ulteriori oneri, moltiplicando la ricaduta dell’investimento iniziale di un club o del distretto o del finanziamento iniziale della Rotary Foundation.
Altro fattore di grande importanza è la possibilità di rendere operativi progetti di servizio che utilizzano i progetti-prodotto in tempi estremamente brevi con un’elevata efficienza e con un tasso d’insuccesso pari a zero.
La realizzazione di una tale tipologia di progetti richiede però un’accurata fase di definizione dei requisiti: un elenco quanto più ampio e dettagliato possibile in modo da far rientrare non solo le esigenze del progetto di servizio pilota, ma anche i futuri utilizzi per altri service. Per tale fase è fondamentale l’impegno attivo dei rotariani e la diversità delle loro competenze ed esperienze professionali.
Proprio grazie alle diverse professionalità disponibili a collaborare insieme, caratteristica e forza fondante della nostra associazione si possono ideare progetti-prodotto per talune casistiche che consentono di esportare a livello mondiale, e in aree ad economia depressa o con problematiche sociosanitarie complesse, tecnologie e tecniche mediche sofisticate e avanzate.
Alcuni service 4.0 sono stati già realizzati, mentre altri sono in corso di realizzazione o di progettazione nel Distretto 2060. Il primo in ordine di tempo dal nome Vedere il Museo affronta la richiesta rivolta da un numero sempre crescente di persone con difficoltà visive, sia congenite sia determinate da malattie o, più semplicemente, dall’età di potersi avvicinare all’arte e ai beni culturali.
I siti archeologici, artistici e museali che hanno adottato soluzioni di accessibilità sono purtroppo ancora pochi. Il Parlamento Europeo ha sottolineato come lo European Accessibility Act incoraggi l’innovazione a favore delle persone con disabilità attraverso prodotti e servizi: «Per le persone con disabilità, l’accessibilità è una pre-condizione fondamentale per una partecipazione equa e, conseguentemente, per un ruolo attivo nella società».
Sposando in pieno questa visione, nell’ambito del suo impegno a svolgere progetti umanitari per il territorio con passione, integrità e competenza, il Rotary di Tolmezzo Alto Friuli ha creato un progetto con la finalità di fornire supporti adeguati ai musei per realizzare un servizio innovativo a favore di utenti che necessitano di un’attenzione speciale. Questo service è già stato attivato nel Museo Carnico delle Arti Popolari “Michele Gortani” di Tolmezzo, nel Museo Cristiano e Tesoro del Duomo di Cividale del Friuli, nel Museo etnografico del Palazzo Veneziano a Malborghetto, nel Duomo e Museo della Pieve e tesoro del Duomo a Gemona del Friuli, nel Duomo e Museo del Duomo di Udine, in Basilica di Aquileia e al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia.
Il cuore del service è un’app, appositamente realizzata, che porta il marchio del Rotary e consente agli utenti di ascoltare la descrizione di un quadro, di una statua, o di un qualsiasi oggetto esposto, trasformandola in un messaggio vocale letto da uno smartphone.
Il sistema è pensato per ridurre al minimo l’intervento del visitatore: vengono infatti installati dei beacon (dispositivi bluetooth di piccole dimensioni) che, semplicemente avvicinandosi all’opera, avviano la descrizione da parte della app. L’innovazione, rispetto ai sistemi esistenti, consiste nell’utilizzo di un motore di sintesi vocale che consente una flessibilità assoluta, nella modifica dei testi come del percorso di visita. Tale strumento consente di vedere qualsiasi contenuto individuato dal museo.
Un altro service 4.0, ideato e in corso di realizzazione da parte del Rotary Club di Asolo e Pedemontana del Grappa affronta la Sindrome di Rett (SR), disturbo genetico dello sviluppo neurologico che colpisce quasi esclusivamente le femmine. La Rett è oggi riconosciuta come la seconda causa di ritardo mentale nelle bambine, con un’incidenza stimata di circa 1/10.000. Nella forma classica, le pazienti presentano uno sviluppo prenatale e perinatale normale. Dopo un periodo di circa 6-18 mesi però, le bambine presentano un arresto dello sviluppo seguito da una regressione. In tale fase le pazienti perdono le abilità precedentemente acquisite come l’uso finalistico delle mani e il linguaggio verbale. Diventa evidente una riduzione delle capacità comunicative e compaiono tratti autistici. Inoltre, le bambine cominciano a manifestare i movimenti stereotipati delle mani e spesso sono presenti segni come digrignamento dei denti e sospensione del respiro. Si manifesta un rallentamento della crescita della circonferenza cranica che risulta in microcefalia. Nello stadio successivo, si assiste a una diminuzione della sintomatologia autistica e a un miglioramento nelle interazioni sociali, nonostante l’incapacità di parlare, l’aprassia e le stereotipie manuali persistono, la deambulazione molte volte non è più autonoma, si evidenzia l’incapacità di controllo dei movimenti. Diventano più evidenti l’iposviluppo somatico e la scoliosi e spesso compaiono crisi convulsive.
Ad oggi, sebbene non esista una cura genetica della Sindrome di Rett, il trattamento riabilitativo è volto a migliorare le abilità di movimento e comunicazione e a fornire cure e supporto alle persone che ne sono affette e alle relative famiglie. La riabilitazione (o modificabilità) è un processo di risoluzione dei problemi e di educazione nel corso del quale si porta una persona a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minor restrizione possibile delle sue scelte operative. La premessa di questo service è che la modificabilità è possibile e che con i trattamenti corretti le persone con Sindrome di Rett possono raggiungere una qualità di vita più confortevole e piacevole.
La tele riabilitazione si riferisce all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione per fornire supporto, valutazione e assistenza a distanza a persone con disabilità fisiche e/o cognitive. Può essere definita anche come la pratica di soluzioni efficaci di comunicazione e tecnologie informatiche per fornire servizi di riabilitazione clinica.
L’implementazione della tele riabilitazione consiste nel trasferire e utilizzare le nuove tecnologie per aiutare i pazienti con barriere di accesso ai centri di riabilitazione.
La riabilitazione cognitiva sarà eseguita grazie all’ausilio dell’eye tracker, un puntatore oculare che, grazie alla sua tecnologia a infrarossi, permette di capire e analizzare se, come e per quanto tempo, un’immagine viene osservata e che tipo di risposta oculare danno le bambine. La riabilitazione motoria sarà eseguita grazie all’ausilio di Kinect, che valuta le funzioni di coordinazione fino-motoria e grosso-motoria delle bambine.
Grazie alla realizzazione di strumenti hardware e software gli specialisti potranno seguire in remoto le attività riabilitative, intervenire e inviare in tempo reale suggerimenti al terapista locale, nonché di fornire corsi di formazione e training ai terapisti locali, ai familiari, alle scuole e tutti gli enti coinvolti.
I due esempi descritti dimostrano la fattibilità e la convenienza di pensare, nei casi possibili, e non tutti lo sono, a un approccio Service 4.0. Importante è il coinvolgimento: il pensare e progettare insieme.
Vorremmo quindi condividere la nostra esperienza e le nostre idee con quanti in altri club e distretti stanno realizzando iniziative simili, certi che la sostenibilità dei nostri service si amplierà a vantaggio dell’efficienza e dell’economicità.