Aiutare e istruire le future generazioni dei Paesi più bisognosi
– A cura di Nicola Guastadisegni
Il tema dell’acqua e del miglioramento della sua fruizione da parte delle popolazioni è sempre stato uno dei problemi al centro dell’interesse e degli interventi dei club e del Distretto 2042. Limitandoci ai soli progetti finanziati dalla Rotary Foundation, non possiamo che iniziare da Aquaplus, associazione che vede riuniti come promotori il Distretto 2042, il Distretto 2041 e numerosi Club Rotary. Aquaplus parte dalla fornitura di acqua sana, dalla quale far fiorire altre attività umane, prima fra tutte l’agricoltura, e ha come obiettivo l’ottenimento di risultati sostenibili e duraturi attraverso la motivazione, la formazione e il coinvolgimento della popolazione destinataria dell’intervento.
Punto di partenza fondamentale del format è la realizzazione di un acquedotto, che permetta di fornire acqua alla popolazione interessata, di realizzare prodotti agricoli studiati ad hoc per quel determinato territorio e, se possibile, integrare il tutto con una struttura che permetta la trasformazione dei prodotti agricoli coltivati. Aquaplus ha realizzato sinora interventi ad Haiti, in Tanzania e sta studiando, situazione sociale permettendo, la realizzazione di un intervento in Sud Sudan. Caratteristiche fondamentali per il successo dei progetti di Aquaplus sono il coinvolgimento diretto della popolazione in ogni fase del piano progettuale e la preparazione delle future generazioni di esperti, attraverso il coinvolgimento delle università locali e dell’Università degli Studi di Milano, che ha permesso lo scambio di studenti e docenti per perfezionare i programmi didattici e il livello tecnico delle strutture disponibili.
Il primo progetto pluriennale, studiato, progettato e realizzato dal Distretto 2040 (ora suddiviso in 2041 e 2042), insieme a RC Les Cayes ad Haiti (Distretto 7020), in collaborazione con i Dipartimenti di Agraria dell’Università degli Studi di Milano e dell’Università Notre Dame di Haiti, patrocinato dal Comune di Milano e da EXPO 2015, è stato realizzato ad Haiti, in una delle zone più povere della Nazione, con il PIL pro capite minore nel mondo. L’intervento è partito dall’ampliamento della captazione di una sorgente d’acqua e dalla realizzazione di 18 chilometri di acquedotto che serve i 15.000 abitanti della penisola di Sudovest, nel comune di Torbeck, nella provincia di Les Cayes, dove la povertà era massima. Ciò ha consentito la distribuzione di acqua sana attraverso 47 fontane pubbliche e 475 allacciamenti privati, realizzati anche grazie alla pulizia e riparazione dei canali d’irrigazione. Per gestire tutto questo è stato creato un comitato, eletto fra gli abitanti della zona, proprio per la gestione del sistema idraulico. Si è proceduto poi alla formazione di esperti agronomi e di insegnanti a cura della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con la locale Università Notre Dame di Haiti al fine di educare e addestrare gli agricoltori a ottenere un migliore utilizzo delle potenzialità agricole del suolo locale. Successivamente, nella terza fase, è stata progettata e costruita un’unità di trasformazione di prodotti agricoli locali per favorire un’imprenditoria sociale per la gestione dell’impianto e conseguente godimento del reddito prodotto. Alle tre fasi iniziali del progetto si è aggiunta, su sollecitazione del World Food Program e del governo haitiano, una quarta fase, che prevedeva lo studio, la messa a punto e la produzione di integratori nutrizionali per l’infanzia basati su una pianta, la Moringa Oleifera, estremamente ricca di vitamine, di minerali e di proteine rispetto alla maggior parte della frutta e dei legumi.
Un secondo intervento è stato studiato per la Tanzania ed è in corso di realizzazione, dov’è stato localizzato nel rione di Kisiju, nella zona costiera del Distretto di Mkuranga nella regione di Pwani nella Tanzania centrale. Il distretto di Mkuranga è uno dei luoghi che permette un buon approvvigionamento idrico, molto carente nell’alfabetizzazione degli adulti e occupa il quintile più basso nei principali indicatori di salute. Le situazioni più drammatiche si concentrano nei remoti rioni costieri come Kisiju, spesso difficili da raggiungere durante la stagione delle piogge, da novembre a maggio; inoltre il tasso di mortalità sotto i 5 anni è molto alto. Le colture tradizionali che generano reddito, come l’anacardio e il cocco, sono in costante calo negli ultimi quattro decenni, quindi, nonostante un grande potenziale di produzione alimentare in eccesso, un certo grado di malnutrizione è ancora prevalente tra i minori di cinque anni e gli anziani, e la maggior parte della popolazione vive secondo un modello di sussistenza, con prodotti del mare e della foresta di mangrovie, dall’agricoltura di base e pollame. L’intero settore non è allacciato alla rete elettrica nazionale. Il rione di Kisiju, dove si è deciso di realizzare il progetto, è affetto dal problema di mancanza di acqua fresca e pulita. Prima dell’intervento l’approvvigionamento di acqua avveniva dall’esterno (a 10 chilometri di distanza), mediante trasporto con piccoli camion, moto e biciclette, e il costo era sette volte superiore rispetto ai villaggi con acqua dolce disponibile.
Dopo un’approfondita indagine con la comunità locale dei villaggi coinvolti, con il supporto e il suggerimento del Responsabile Tecnico Regionale del Distretto di Mkuranga, che gestisce il sistema idrico locale, è stato definito l’obiettivo generale dell’intervento: la realizzazione di un servizio pubblico di approvvigionamento idrico per le comunità locali interessate dalla mancanza d’acqua dolce e la sua realizzazione con un bacino per l’acquacoltura e la promozione delle imprese locali per trarre vantaggio dallo sviluppo della filiera del mercato ittico. A causa dell’effettiva mancanza di rete di energia elettrica, si è deciso, con il consenso della comunità, di utilizzare pompe solari e di realizzare il progetto in 4 fasi principali. Il progetto parte dalla realizzazione di una rete di distribuzione dell’acqua con 10 chilometri di tubazioni, gestita da un comitato locale. Prevede poi la canalizzazione di saline già esistenti per creare bacini destinati alla piscicoltura (soprattutto il cosiddetto Milkfish), chiuse e argini per sfruttare il flusso delle maree oceaniche, in linea con le raccomandazioni delle autorità tanzaniane preposte alla Tutela dell’Ambiente, preservando le mangrovie che si trovano lungo il litorale e i canali di risalita della marea verso l’interno. Il Milkfish può essere allevato utilizzando mangime a base di alghe, ha una crescita molto rapida anche in condizioni di elevata densità, è resistente a molti batteri e virus ed è facilmente commerciabile. Un’ulteriore fase prevede la raccolta e lavorazione degli anacardi, che è un importante prodotto naturale di questa regione, per dar vita a una redditività economica. Per gestire questa realtà si è pensato di educare e addestrare giovani tanzaniani presso strutture scolastiche della vicina Mkuranga e in Italia, grazie alla mobilità degli studenti; sono state previste borse di studio ad hoc e docenti delle università formalmente inserite tra i partner del progetto.
Dopo Haiti e Tanzania, Aquaplus si è rivolto al Sud Sudan, a Juba, dove circa 8.000 contadini si sono spostati nei dintorni della città in cerca di sicurezza dalle bande di predoni armati. L’obiettivo di Aquaplus è anche qui quello di sviluppare, partendo dall’acqua, un’agricoltura sostenibile e duratura. Il programma si articola in quattro fasi che prevedono, fin da subito, il coinvolgimento e la formazione della popolazione. Si inizierà dando acqua sana per l’alimentazione e sufficiente per le coltivazioni agricole, grazie alla realizzazione di pozzi di acqua potabile e con la captazione dal Nilo a scopo irriguo. Il sistema di alimentazione idrica della zona, anche in questo caso, verrà dato in gestione a un comitato locale che provvederà alla formazione di esperti agronomi e di insegnanti al fine di educare gli agricoltori a utilizzare al meglio le potenzialità del suolo. Si realizzerà infine un centro cervizi che aiuterà gli agricoltori nella coltivazione e commercializzazione dei prodotti con macchine agricole e mezzi per lo stoccaggio e la trasformazione. La gestione di questo processo verrà affidata alle cooperative degli agricoltori che forniscono la materia prima e che possono quindi trarne un beneficio economico.
Aquaplus ha attualmente in corso un ulteriore progetto ad Haiti, nell’Isola della Gonave, una delle aree più povere del Paese. Sostenuto da 5 Rotary Club (RC Monza Villa Reale, RC Monza Ovest, RC Pomezia, RC Città di Castello, RC Perugia Lago Trasimeno) mira alla realizzazione di una rete di approvvigionamento idrico (con una spesa stimata all’incirca di 18.000 USD), un sistema di irrigazione goccia a goccia (realizzabile in 12 mesi con 275.000 USD di finanziamenti) e una scuola tecnica di educazione agraria e zootecnica per divulgare conoscenze che permettano la produzione di prodotti agro-alimentari per la sussistenza e, possibilmente, per il commercio. A beneficiarne saranno circa 4.000 persone e 200 tra ragazzi e adulti all’anno che frequenteranno la scuola. A dare un notevole contributo ci sarà l’Onlus italiana che opera localmente ad Haiti, Gasmuha, data infatti l’impossibilità per gli stranieri, soprattutto di razza bianca, di operare ad Haiti, pena l’uccisione e/o il rapimento per mano di bande armate. Per permettere la sostenibilità dell’azione e la corretta gestione dopo il completamento del progetto verranno anche in questo caso coinvolti i beneficiari. Perciò verrà istituito un CAEPA (Comité d’Adduction d’Eau Potable et Assainissement), e sarà fornito del materiale d’ufficio (mobili, computer, stampante, generatore ecc.) che gestirà, in una prima fase, l’organizzazione senza introiti provenienti dai consumatori. Il progetto Haiti restituirà la fertilità al territorio, unica risorsa per il villaggio per riconquistare la sicurezza alimentare, e fonderà le basi su cui la comunità potrà ricostruire un futuro migliore.
Ma il problema dell’acqua è presente anche nei progetti dei club. Ad esempio, il RC Como ha in corso un Global Grant che prevede la fornitura di acqua potabile adatta al consumo dell’intera popolazione dell’insediamento umano di Las Flores nella zona di Tangay Medio, in Perù. L’insediamento umano di Las Flores si trova in una zona rurale appartenente al nuovo distretto di Chimbote, a 25-30 minuti dalla città; gli abitanti lavorano principalmente nell’agricoltura, nei territori vicini e la comunità utilizza per il suo consumo acqua proveniente dal canale d’irrigazione dell’agricoltura, che nelle sue stagioni piovose sono nere e non idonee al consumo. È stato verificato che c’è un serbatoio dove viene stoccata l’acqua d’irrigazione, di colore nero e marrone d’estate: la situazione è tale che ogni 15 giorni devono rimuovere una grande quantità di fango che si deposita sul fondo, perché è presente una consistente quantità che rende indisponibile l’acqua per usi domestici e per bere. Da diversi anni la comunità chiede inutilmente al comune una soluzione al problema, per questo il progetto prevede la perforazione di un pozzo tubolare per ottenere acqua sotterranea attraverso un impianto elettrico di pompaggio, la costruzione di un serbatoio nella zona superiore del paese, per stoccare e purificare l’acqua. L’intervento prevede poi l’installazione di tubi dal pozzo al serbatoio, con un sistema automatico di accensione e spegnimento dell’elettropompa, di tubazioni di distribuzione dal serbatoio a tutte le abitazioni e di un contatore che misura il consumo di ogni abitazione. Anche in questo caso la gestione è affidata a un comitato composto da membri della comunità per una migliore gestione dell’acqua ed è prevista la formazione della popolazione e dei leader, sull’uso responsabile dell’acqua, sulle tecniche di lavaggio delle mani e su altre norme igieniche.
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