Un punto di riferimento per i giovani fragili
– A cura di Paola Signore
Il progetto distrettuale The Tube, in linea con il programma internazionale Empowering Girls promosso lo scorso anno dal Presidente Internazionale Shekhar Mehta, raccomandato e implementato nel corrente Anno Rotariano dalla Presidente Jennifer Jones, prende il nome dalla metropolitana di Londra, rete interattiva di binari, a simulare quella costruzione di collegamenti come assistenza, ascolto, sorveglianza e guida che con il progetto stesso si vuole offrire ai nostri giovani adolescenti considerati fragili. Quei ragazzi che sembrano non esistere se non in maniera residuale o che li si associa a fatti di esplosiva gravità come un delitto o una violenza, quando singolarmente o insieme fanno gruppo, branco, violenze e abusi di ogni genere e che hanno bisogno, oltreché diritto, di crescere e formarsi in chiave di benessere e di benessere sociale.
Per questo motivo e a questo scopo, si è instaurata una partnership con la Comunità di Capodarco di Fermo, associazione senza scopo di lucro fondata e gestita da don Vinicio Albanesi, presente all’estero in Camerun, Ecuador, Guatemala e Albania, e in Italia in 15 città e 11 regioni, impegnata nell’accoglienza di persone in condizione di grave disagio in aree di intervento quali la disabilità fisica e psichica, la salute mentale, la tossicodipendenza, le famiglie a rischio, gli immigrati, gli anziani e il disagio giovanile per l’appunto. Ed è in quest’ultima che si imbrica, introduce e incunea il progetto The Tube. Con esso si prevede la realizzazione di uno spazio che può essere una qualsiasi location in prossimità dei luoghi maggiormente frequentati dagli adolescenti, luogo dove i ragazzi vi arrivano per diversi canali (passaparola, servizi sociali, scuola, famiglie), che al primo approccio può essere inteso come un doposcuola, ma in cui comunque si parla anche della cura per sé stessi, di prevenzione all’uso di sostanze, di malattie sessualmente trasmissibili, di comunicazione, riconoscendo imprescindibile la relazione, l’ascolto e il coinvolgimento diretto con lo scopo di implementare le risorse dei giovani e di innescarle qualora carenti perché gli stessi non arrivino a perdersi.
Lo Spazio Tube diventa così un luogo di riferimento in cui i ragazzi si trovano come dimensione di identità, funzione protettiva, differenziazione rispetto ad altri gruppi e in cui le famiglie vi sono coinvolte in maniera diretta nel riscoprire percorsi di facilitazione, nel riavvicinarsi e a volte scoprire il proprio figlio, questo sconosciuto. Le famiglie e i ragazzi diventano, sin dal principio, co-costruttori di un progetto educativo-relazionale in cui ciascuno ha una parte e, mentre i ragazzi iniziano a frequentare nel pomeriggio dal lunedì al venerdì il Tube, i genitori restano “connessi” al percorso dei figli con incontri per potenziare le loro competenze con laboratori creativi per tutta la famiglia, colloqui di monitoraggio e valutazione del progetto condiviso. L’impegno del Rotary nel progetto consiste nella realizzazione e pubblicazione del Manuale del Tube, nella divulgazione in ambito distrettuale del progetto stesso e nell’offrire volontari rotariani che possano dare il loro pratico contributo secondo la propria esperienza e professionalità sotto la guida costante e competente degli educatori della comunità stessa. Allo stato attuale il progetto The Tube è attivo a Fermo presso Piazza Sagrini e si sta concretizzando con la realizzazione di un progetto pilota a Gubbio (PG) in uno spazio della Comunità di Capodarco già presente in quel comune, e a Porto San Giorgio (FM) in una location che a breve, fatte salve lungaggini burocratiche, verrà assegnata e concessa in comodato dall’Amministrazione Comunale. Il progetto, uno dei quattro scelti dal PDG Alberto Cecchini al termine del suo Imagine Tour Italia, sarà presentato al Rotary Institute Roma 2023 del prossimo 15 settembre.
Tutti i progetti >