Il Sindaco Dario Nardella e il Past President Francesco Martelli inaugurano le quattro stele informative dei ponti storici fiorentini: Ponte Vecchio, Ponte alla Carraia, Ponte alle Grazie e Ponte a Santa Trinìta. Quattro stele in italiano ed in inglese, dono del Rotary Club Firenze alla Città.
«C’è sempre un modo per servire e non c’è nulla di più qualificante del servizio alla nostra Città» ha commentato Francesco Martelli, past President del Rotary Club Firenze, rispondendo al Sindaco Dario Nardella che ringraziava, a nome della città, per le stele informative sui quattro ponti storici fiorentini. «Tra gli scopi del Rotary c’è proprio quello di diffondere, nel modo più divulgativo possibile, la conoscenza e implementare il patrimonio informativo e culturale a favore della collettività utilizzando anche quanto si può fare attraverso i nostri telefonini».
Il progetto “I Ponti di Firenze” è un service del Rotary Club Firenze (primo club Rotary a nascere in Toscana, 7 marzo 1925 e nono club in Italia) realizzato con lo scopo di raccontare, attraverso curiosità ed aneddoti, la storia del ponte tramite l’installazione di quattro postazioni informative su altrettanti ponti storici fiorentini – Ponte Vecchio, Ponte alla Carraia, Ponte alle Grazie e Ponte a Santa Trinìtà.
La realizzazione di queste stele informative, in italiano ed inglese, permette, grazie al QR-CODE, di essere subito indirizzati alla pagina di Firenzeturismo.it nella quale, oltre a ritrovare in modo più ampio la storia del ponte sul quale ci si trova, è possibile anche ascoltare il file audio (opportunità studiata soprattutto per i non vedenti) ed esplorare la mappa della zona per scoprire gli edifici e i monumenti storici nelle immediate vicinanze.
La ricerca del materiale informativo è stata effettuata con l’aiuto del prof. Gurrieri, socio del nostro Club, mentre l’architetto Gurrieri ha sviluppato il progetto e diretto i lavori con grande spirito di servizio nei confronti della città e del Rotary. Inoltre, grazie alla collaborazione degli Uffici tecnici del Comune, sono state superate tutte le problematiche burocratiche per la collocazione della piattaforma web e della gestione del link.
«Per apprezzare e amare i luoghi della storia, è fondamentale la conoscenza – ha detto il primo cittadino – per questo non possiamo che essere grati al Rotary per questa bella iniziativa, che promuove la cultura del nostro patrimonio».
Ponte Vecchio
Il primo ponte costruito sull’Arno in epoca romana era un po’ più a monte dell’attuale Ponte Vecchio, dove il fiume era ancora più stretto. Dopo la disastrosa alluvione del 1177 venne deciso di ricostruire il ponte abbattuto dalla furia delle acque nel luogo dove si trova ancora oggi.
Ma come si chiamava questo ponte? Nessuno lo sa, nemmeno i libri di storia fiorentina ne parlano.
Quando nel 1218 fu costruito il Ponte alla Carraia dall’architetto Lapo, il primo ponte della città prese il nome di “Vecchio” per distinguerlo da questo che era “nuovo”.
Il Ponte Vecchio resse sino all’alluvione del 1333 che si portò via definitivamente la statua di Marte posta ai piedi del ponte e che già nel 1177 era stata recuperata sul fondale dell’Arno molto più a valle.
Nel 1345 il ponte venne nuovamente realizzato, essendo essenziale per l’economia della città. Il progettista è incerto, alcuni propendono per Neri di Fioravanti altri per Taddeo Gaddi. La costruzione si dimostrò assai più solida, con le sue tre arcate che hanno resistito per secoli a numerose inondazioni, l’ultima, violentissima, del 1966.
Ponte alla Carraia
Costruito nel 1218, il nome di Carraia derivava dal continuo transito dei carri carichi di merce. Nel 1286 il ponte crollò e venne riedificato dagli architetti religiosi fra’ Sisto e fra’ Ristoro.
Nel 1303 in occasione della visita a Firenze del Cardinale di Prato, si organizzarono dei giochi e tutta la cittadinanza fu invitata il 1° maggio, sul Ponte alla Carraia, per conoscere le “novelle dell’altro mondo”.
Si rappresentava l’Inferno dantesco con diavoli e dannati; lo spettacolo offerto agli spettatori fu “spaventoso ed orribile”.
Il risultato fu professionalmente perfetto, tanto da rendere entusiasta il popolo presente. C’era il pubblico delle grandi occasioni, i lungarni stracolmi di gente, al greto dell’Arno solo posti in piedi.
Ma il Ponte Carraia era di legno e non poteva sostenere tanto peso; il ponte crollò e “rovinò con tutti coloro che v’eran sopra”.
Molti annegarono e morirono, altri rimasero gravemente feriti e il Villani racconta che il gioco fece la beffa: chi voleva conoscere le “novelle dell’altro mondo” le provò personalmente in quell’occasione, morendo.
Ponte alle Grazie
Il terzo ponte di Firenze, per data di costruzione, è il Ponte alle Grazie. Nacque con il nome del podestà dell’epoca: Rubaconte da Mandello che nel 1237 pose la prima pietra insieme a Lapo, padre del più famoso Arnolfo di Cambio.
Fino al 1876 il ponte somigliò in un certo senso al Ponte Vecchio; anche sul Ponte alle Grazie erano state erette un certo numero di costruzioni, in particolare una cappella costruita nel 1471 intorno alla quale sorsero anche un insieme di romitori di monache.
Sulla testa di questo ponte nel 1273 le fazioni fiorentine dei Guelfi e dei Ghibellini siglarono una pace solenne alla presenza del Pontefice Gregorio X.
Peccato che solo dopo quattro giorni la pace saltava e le ostilità riprendevano più accanite di prima.
Il ponte resistette a tutte le inondazioni ma nulla poté quando nel 1876 si volle modernizzarlo creando marciapiedi e spallette in ghisa. Sparirono tutte le costruzioni che vi si trovavano e il ponte da aggraziato, divenne anonimo, come lo è ancora oggi dopo la ricostruzione post-bellica.
Ponte a Santa Trìnita
Il primo Ponte a Santa Trìnita viene costruito nel 1252 ma dopo diciassette anni era nuovamente da rimettere in piedi. A quest’opera attendono i monaci architetti Giovanni e Ristoro e ottant’anni dopo Taddeo Gaddi.
Ma il ponte quale lo ammiriamo oggi in tutta la sua elegante gittata è opera dell’Ammannati, chiamato in precedenza ad abbellire il Ponte alla Carraia. La lunghezza del ponte diventa di quaranta metri e quattro statue in marmo ne adornano le estremità e rappresentano le quattro stagioni.