Lavorare insieme per il Rotary di domani

– A cura di Michele Catarinella

È difficile “raccontare” un’esperienza in qualche modo totalizzante come quella dell’Assemblea Internazionale, che di fatto rappresenta per ogni DGE un battesimo del volo e una cesura tra il prima e il dopo. Un dopo che consiste non più nella riflessione e nell’elaborazione delle proprie e altrui idee, ma nell’attività pratica di dare vita alla propria squadra, per motivarne e coordinarne il lavoro nell’interesse del Rotary, cioè dei Rotary Club che sono il più grande asset dei nostri Distretti, e delle nostre comunità. Questa, in sintesi, è la funzione del Governatore. È difficile raccontare Orlando perché chi non c’è stato non può neanche immaginarsi la babele di lingue, volti, costumi e abitudini, così diverse ma anche familiari, gestita magistralmente da un’organizzazione rodata e onnipresente, per la quale nessun problema è insolubile. Cosa resta, oltre a tanta fatica e impegno fisico, di questo incredibile evento? Resta la convinzione che solo il Rotary ci rende, pur così tanti e così diversi, in grado di parlare tutti la stessa lingua, volere e non volere le stesse cose (idem velle atque idem nolle, avrebbero detto gli antichi). In ogni incontro con persone di altri Paesi e continenti ho colto enormi differenze tra i vari modi di vivere e di fare Rotary, e al contempo l’incredibile similitudine di spirito e pensiero nel Rotary. Una grande scuola di vita e pensiero, un modo per allargare i propri orizzonti mentali e razionali, una via per nuove amicizie e nuove attività. Orlando è un’esperienza che indubbiamente ci ha cambiati, soprattutto a livello motivazionale: in nessun altro contesto, nemmeno gli Institute o i vari Seminari, è possibile parlare con altri rotariani, soci, dirigenti internazionali del Rotary come con un amico di vecchia data. Mi sento poi di dire che non avrei potuto vivere un’esperienza così intensa, se non con gli irresistibili DGE della Zona 14, fratelli più che amici, nelle nostre spassose diversità e similitudini che ci consentono di conservare le nostre identità collaborando insieme, creando azioni e progetti comuni per il Rotary di domani, e già all’orizzonte si preparano i nostri successori. Forse è questa la magia del Rotary. Nessuno sa come, ma accade ogni anno.

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