K.R. Ravindran, Chair eletto della Fondazione Rotary
22 gennaio 2020
Buongiorno! Alcuni anni fa, il mio club, insieme a rotariani della Germania, e con l’aiuto della nostra Fondazione Rotary, ha costruito un moderno reparto maternità nella regione meridionale del mio Paese, per sostituire quello distrutto dallo tsunami. Quindi, quando l’allora Chair della Fondazione Rotary, D.K. Lee, ha visitato lo Sri Lanka, lo abbiamo portato a visitare il nostro nuovo ospedale.
Abbiamo visto madri che venivano per partorire i loro bambini e altre che portavano i loro neonati a farsi curare — centinaia di famiglie che ricevevano questi servizi vitali che erano mancanti in quell’area. In seguito siamo andati al reparto di cure intensive — il prodotto di tanto lavoro e investimenti. Al suo interno, le nove incubatrici (ognuna col logo della ruota del Rotary) erano tutte occupate. In una di queste c’era una bambina, che pesava appena 900 grammi. La piccola poteva stare nel palmo della mia mano – era coperta di tubi e fili. E stava lottando per ogni respiro — lottava più di qualcuno cento volte la sua taglia.
Mentre guardavo quel piccolo petto che si alzava e si abbassava, mi sono reso conto che stavo trattenendo il respiro in attesa del suo prossimo respiro, e quello dopo, e quello dopo ancora. E il mio cuore è andato a lei, a questa piccola bambina venuta al mondo troppo presto. Le sussurrai: «Combatti piccola, combatti! C’è tutto un grande mondo che ti aspetta — se solo lotterai!».
Lei era piccola, povera e tanto malata – ma non era stata dimenticata. Non sarebbe stata lasciata sola a morire. Lei era il prezioso tesoro di qualcuno e noi ce ne dovevamo occupare. Avevamo fatto tutto il possibile, per darle quella opportunità, per vivere grazie al potere della nostra Fondazione ed è di questo che sono venuto qui a parlarvi oggi.
La nostra Fondazione non è statica. Si evolve, ruota e sta diventando sempre più rilevante di questi tempi.
Quest’anno, gli Amministratori lanceranno un nuovo programma, chiamato “Programma di sovvenzioni di grande portata”. Queste sovvenzioni sono una sfida per i Rotary club a pensare alla grande e approcciare partner e sponsor a unirsi a loro per trovare esaustive soluzioni a grandi questioni, i cui benefici raggiungeranno gran parte della popolazione.
Vi faccio un esempio. Il tumore uterino è l’unico cancro prevenibile grazie a un vaccino. Se si potesse vaccinare ogni bambino di un Paese, soprattutto le bambine, nella fascia d’età 8-10 anni, e sottoporre allo screening ogni donna nella fascia d’età 35-45 anni, si potrebbe in teoria eradicare il tumore uterino. Ma è improbabile che i rotariani da soli riuscirebbero a ottenere questo risultato nel loro Paese o regione. Si tratta del tipo di progetto che potrebbe essere ripetuto dovunque, ma nessuna organizzazione, incluso il Rotary, può farcela da sola. L’impresa richiede gli sforzi di multiple agenzie che lavorano insieme, in modo simile al nostro programma per la polio.
E questo è il tipo di progetto per il quale sono stati concepiti i programmi di grande portata. Per questi programmi si elargirà una singola sovvenzione di 2 milioni di dollari ogni anno, e secondo me produrranno lo stesso cambiamento trasformativo dei progetti della nostra Fondazione del programma 3H, quando sono stati introdotti nel 1978 da Clem Renouf. Ricordiamo che è così che PolioPlus è cominciato nelle Filippine. Ma più avanti avrete modo di approfondire questo argomento.
E questo mi porta alle vostre altre priorità per il prossimo anno. Le priorità di quest’anno sono allineate con il nuovo Piano d’azione del Rotary, e tutto ciò che fa la Fondazione ci aiuta ad accrescere il nostro impatto.
La nostra prima priorità è, naturalmente, porre fine alla polio. Questa è la priorità numero uno per tutta la nostra organizzazione. Dobbiamo operare per questo fine con ogni forza, muscolo e fibra nel nostro sistema. Dobbiamo finire l’impresa.
È vero che nell’ultimo anno ci sono stati degli aumenti nel numero di casi riscontrati. Questa è una preoccupazione ma si tratta di una sfida che avevamo previsto. Siamo fiduciosi di trovare una soluzione. Ricordatevi che abbiamo già ridotto il numero di casi della polio del 99,9 percento. E pensate che oggi 18 milioni di persone sono in grado di camminare grazie a noi. Ricordatevi che il tipo 2 e il tipo 3 del poliovirus sono stati già eradicati, e solo il tipo 1 rimane in circolazione. Adesso ci sono solo due Paesi che hanno riportato casi di poliovirus selvaggio – Pakistan e Afghanistan. Completeremo l’opera.
La nostra seconda priorità è incrementare i contributi al Fondo annuale e a PolioPlus mentre portiamo il Fondo di dotazione a 2.025 miliardi di dollari entro il 2025.
Il nostro obiettivo complessivo per la raccolta fondi di quest’anno è di 410 milioni, solo 20 milioni di aumento rispetto all’obiettivo dell’anno scorso. Il nostro obiettivo può essere articolato nel modo seguente:
• 50 milioni per la Polio triplicati grazie all’equiparazione della Gates Foundation, che porta il totale a 150 milioni di dollari. Se ogni club contribuirà con 1.500 dollari, potremo realizzare questo obiettivo.
• 135 milioni di dollari per il Fondo annuale.
• 85 milioni per il Fondo di dotazione in erogazioni liberali e impegni.
• 40 milioni per altre erogazioni liberali, per un totale complessivo di 410 milioni.
Adesso vorrei soffermarmi sull’obiettivo di donazioni annuali di 135 milioni. Circa il 20 percento dei nostri club e rispettivi soci di club non contribuisce al Fondo annuale della nostra Fondazione. Ma ci credete? Possiamo fare di meglio!
Chiedo quindi a questa classe, forse la migliore classe mai assemblata, di cambiare queste cifre. Siete la classe migliore, no? Dobbiamo raggiungere i nostri obiettivi se vogliamo finanziare la sempre crescente domanda di sovvenzioni globali che permettono ai nostri club di cambiare vite.
Allo stesso modo, il nostro Fondo di dotazione è un ottimo mezzo che consente a tutti i rotariani di perpetuare i nostri valori e creare un patrimonio del Rotary, che fornisce le risorse per le future generazioni di rotariani. Un solido Fondo di dotazione, cari amici, garantirà la stabilità finanziaria a lungo termine della nostra Fondazione.
Il nostro obiettivo è ambizioso, ma raggiungibile. L’Iniziativa 2025 entro il 2025 mira a creare un Fondo di dotazione di 2,025 milioni di dollari entro l’anno 2025.
Entro il 2025 prevediamo che il Fondo di dotazione della Fondazione avrà un minimo di 1 miliardo di dollari di patrimonio netto, con il saldo degli obblighi e impegni come i lasciti. Immaginate tutto il bene che potremo fare con un Fondo di dotazione di 2 miliardi! Solo gli utili dagli investimenti forniranno circa 100 milioni di dollari ai rotariani per realizzare ogni tipo di progetto che cambierà vite in tutto il mondo, anno dopo anno.
La nostra terza priorità è migliorare l’impatto misurabile delle nostre sovvenzioni.
Una volta, il bene fatto poteva essere misurato solo nelle vaghe percezioni dell’opinione pubblica. Oggi desideriamo conoscere il vero impatto sulla comunità delle nostre opere di beneficenza.
Donare banchi e sedie a una classe di un villaggio è un’azione legittima di service, ma quanti bambini passano per quella classe? C’erano degli insegnanti qualificati in quella classe? I banchi in quella classe erano sicuri? Cinque panchine andavano bene, quando c’era bisogno di cinquanta? Dobbiamo creare progetti che fanno più che farci semplicemente sentire bene. I nostri progetti devono cambiare vite. Non è solo questione di soldi. Non lo è mai stata. Si tratta di vite.
Ho cominciato raccontandovi del reparto maternità di un ospedale del mio Paese che la nostra Fondazione ha aiutato a costruire. Circa due anni dopo quella visita ho avuto modo di visitare nuovamente l’ospedale. Ci hanno permesso di andare nel reparto di cure intensive; questa volta solo alcune incubatrici erano occupate.
E dopo la nostra visita, ci siamo fermati in corridoio, dove abbiamo parlato con i medici e gli infermieri che ci hanno riferito che 140.000 bambini sono nati in quell’ospedale da quando lo avevamo costruito. Sono stato presentato a una giovane madre con una bambina che tornava dalla sua visita di routine. Una bambina dolce, con occhi scuri e un bellissimo sorriso, di uno o due anni, che imparava a camminare e parlare.
Io amo i bambini; e d’istinto l’ho chiamata e lei è venuta da me. L’ho portata in braccio mentre chiacchieravo con la madre. E solo allora, uno dei medici mi si è avvicinato con un sorriso sul volto e mi ha chiesto: «Signor Ravindran, si ricorda che l’ultima volta che ci ha fatto visita, c’era una bambina nell’incubatrice per la quale Lei sembrava ansioso?».
«Sì, certo!», le ho risposto, «Come potrei dimenticare?».
La dottoressa si è fermata per un attimo, ha sorriso e ha accarezzato la bambina che avevo in braccio, dicendo: «Questa è quella bambina».
Ed ero io in quel momento ad essere col fiato corto.
Era lei la bambina, nelle mie braccia: una bambina, che viveva, grazie al Rotary. Che sorrideva, rideva e dava gioia ai genitori — grazie alla Fondazione Rotary.
Quando pensate a questo, il resto non conta più nulla.
Io oggi chiedo a tutti voi: quando tornerete a casa, e poi nei vostri club; quando farete i vostri piani per l’anno prossimo; tenete la nostra Fondazione al primo posto nella vostra mente.
Questo dà sostanza alla nostra affiliazione al Rotary.
Cambia vite.
Tutti le notizie >